scenari transumani

SUPERANIMALE O SUPERUOMO ?

Quando il materiale di partenza è contraffatto, quale evoluzione è possibile?

En attendant Godot


L’accelerazione avvenuta in questi ultimi due anni nella messa in opera dei progetti delle élite che governano il mondo, attraverso per esempio l’implementazione della vicenda pandemica nella narrazione ufficiale, la quale è risultata funzionale all’immissione di tutta una serie di nuove opzioni atte a “rivoluzionare” lo stile di vita della cittadinanza, ci dimostra, come se ce ne fosse bisogno, come il piano che si propone di “renderci tutti poveri ma felici” sia pienamente operativo.

Facendo leva principalmente sull’indifferenza che suscitano nei più tutta quella serie di argomenti che necessitano di uno sforzo intellettuale per essere compresi, questo soprattutto nel nostro paese dove la massa non è avvezza alla pratica dell’uso della ragione come mezzo per l’accrescimento individuale, si stanno delineando strategie atte ad un’ulteriore implementazione nell’uso di dispositivi e che come obiettivo primario hanno l’instaurazione di un regime del controllo che già possiamo vedere quasi completamente realizzato in regimi come quello cinese (https://www.youtube.com/watch?v=nyzxPUH6lXE). Pratiche le quali hanno sia una componente tecnologica sia una psicologica e il cui utilizzo è finalizzato ad indirizzare le scelte individuali verso l’accettazione di modalità condivise di sostegno alla gestione della cosa pubblica da parte di chi detiene il potere. Non sfugge che, da parte invece di chi l’imperio del potere lo subisce, esiste una sorta di accettazione in stato di trepidante attesa per le “sorti magnifiche e progressive” che gli sono state promesse (https://www.ilmessaggero.it/salute/focus/donne_morte_usate_per_maternita_surrogata_articolo_ norvegese_cosa_dice7210653.html).

LGBTQA+ i nuovi borghesi


E’ il caso della liberazione dai vincoli della morale “piccoloborghese” e “oscurantista” che persegue il movimento LGBTQA+ attraverso l’imposizione di modalità di comportamento che niente hanno a che vedere con l’accettazione della diversità come valore fondante della società democratica avanzata ma tutto hanno a che fare con un pensiero omologante, falsamente trasgressivo, realizzato mediante il randello della scomunica sociale e che come naturale sviluppo ha l’accettazione di tutte quelle pratiche veicolanti la ricerca della diversità ad ogni costo, nell’illusione di sublimare l’individuo mentre in realtà ne annientano le peculiarità. 

Esempio su tutti è l’impianto di tecnologia, chip e quant’altro, che ben lungi dall’essere mezzi per l’espressione dell'individualità in realtà costituiscono le catene con le quali l’individuo si imprigiona da sé. (https://t.me/buffonatedistato/5421). Così come lo è quello della liberazione dalla paura di chi si sente minacciato in casa propria e per combattere questo acconsente all’installazione di tecnologie per il controllo della proprietà privata che, in ultima istanza esercitano il controllo proprio su di lui (https://www.youtube.com/watch?v=BX324C8GmKw). Entrambi questi casi, abilmente sfruttati da chi sta imponendo la tabella di marcia verso un mondo “più equo e sostenibile”, implicano l’utilizzo di tecnologia all’avanguardia per vedere realizzati i propri desiderata. E così diventano accettabili, se non auspicabili, tutta una serie di dispositivi che, uniti ad un intelligente ricorso a tecniche di manipolazione ampiamente sperimentate in passato, vertono verso il sopracitato scopo di controllo capillare delle menti.

La costruzione, palesemente promossa attraverso lo sviluppo di apparecchiature che pervadono ogni ambito della vita individuale che vengono riunite nella categoria Internet delle Cose, insieme a tutta una serie di tecnologie di controllo remoto (https://www.amistades.info/post/alleanza-five-eyes-occhi-spiano-mondo) e ad altri fattori di natura diversa, non per ultima la costruzione di una nuova morale “socialmente accettabile in quanto inclusiva”, creano l’ambiente idoneo per una rivoluzione sociale di carattere epocale.

Dal controllo diffuso a quello distribuito


Chi si aspetta che l’introduzione di questa sia semplicemente una ricalibrazione dei parametri da parte del potere per poter ottenere un tipo di società che sia più gestibile e nel contempo permetta l’accumulo di più valore inteso come guadagno in denaro è completamente fuori tema. Il sospetto è che attraverso le nuove tecnologie, mentre da un lato si tenta di imporre una sorta di controllo diffuso, dall’altro, essendo a conoscenza grazie a teorie che si sono pienamente sviluppate solo negli ultimi decenni, chi vuole stabilire la propria egemonia nella gestione della società cerchi di implementare un genere di controllo meno identificabile come opprimente ma non meno oppressivo. Il controllo distribuito. Intendendo con questo termine un controllo esercitato non attraverso una catena di comando di tipo gerarchico che lo eserciti, dall’alto verso il basso, con modalità di tipo coercitivo ma, al contrario, che risulti dall’adeguamento, più o meno consapevole, delle reazioni del soggetto agli input che gli vengono dati dall’ambiente che lo circonda in relazione agli interessi del suo gruppo.

La mente alveare


Rifacendosi sia al lavoro di William Morton Wheeler che alle teorie di Teilhard de Chardin (https://it.wikipedia.org/wiki/Pensiero_di_Teilhard_de_Chardin),di John Horton Conway piuttosto che gli scritti di James Lovelock, si è in questi anni fatta strada l’ipotesi che la specie umana, in quanto composta da individui con comportamenti spiccatamente tendenti al sociale e dettati da una forte componente attitudinale che favorisce il gregarismo, sia naturalmente portata nel suo percorso evolutivo ad adottare un tipo di cambiamento che, facilitato dall’ iperconnettività raggiunta nella rete e dalla disponibilità di tecnologia (le quali permettono di completare l’interfaccia attraverso la quale l’uomo si è sempre relazionato con la natura: inurbamento, modellazione del paesaggio, modalità di sfruttamento delle risorse, instaurazione di modalità di comunicazione a livello planetario) , giunga all’emergenza di un nuovo soggetto: un super-organismo di ordine quasi “metafisico”. Intendendo con il termine la relazione in cui si trova, per ogni singolo neurone che compone il cervello, la mente; o per le singole api, l’alveare. Una sorta di Mente Alveare che abbia una sua funzione ed un suo scopo che prescinda tanto da quello delle masse che la compongono, quanto dal singolo individuo.

Le caratteristiche che porterebbero la specie ad essere adatta per un salto evolutivo del genere sarebbero latenti nei singoli individui ed emergerebbero solo attraverso l’interazione degli stessi nel momento in cui si verificassero determinate condizioni. Nell’ipotesi di De Chardin, ovviamente in quanto cristiano, si assumeva che la cosa in sé fosse positiva. Si voleva vedere in essa il compimento della storia del genere umano che si sarebbe evoluto a livello individuale e sociale tanto da poter essere riconnesso alla Divinità. Diversa è l’interpretazione che ne da Kevin Kelly che vede la cosa dal punto di vista dell’interazione uomo-macchina ed attribuisce alla macchina (intendendo con il termine qualsiasi costrutto umano, soprattutto quelli informatici) una capacità evolutiva al pari degli organismi biologici. La cosa è suffragata, nella sua opera prima (https://kk.org/outofcontrol/contents.php) da numerosi esperimenti citati riguardanti lo studio dell’"autoevoluzione” di semplici programmi per computer piuttosto che di algoritmi più complessi.

La mente sciame


Da tutto questo si possono trarre alcune conclusioni. Dati i recenti traguardi raggiunti dalla tecnologia, e come esempio principe potremmo citare la recente presentazione di un nuovo dispositivo presentato all’ultimo incontro del WEF a Davos che consentirebbe di “leggere” nel pensiero https://www.weforum.org/videos/davos-am23-ready-for-brain-transparency- english?fbclid=IwAR2ysLd1lG09vjm3MfAF8VAFb4VHv2wFSa-1wRyW-XtdolhTWOHdqGDzK0c ma sappiamo che ben altri generi di tecnologia sono già allo studio (https://t.me/MILANOpiazzaFONTANA/1641), cosa succederebbe nel momento in cui “un’entità” tecnologica che ci si è implementati nel proprio corpo “evolvesse” in qualcosa di diverso? 

Banalmente, se la proteina contenuta nei vaccini, che tramite il meccanismo della trascrittasi inversa potrebbe effettivamente essere stata integrata nella molecola del DNA (come del resto hanno fatto molti dei virus che l’uomo ha contratto nel corso della storia, per esempio quello della sifilide), cominciasse a produrre risultati differenti da quello che ci si aspetta? In “Out of Control” Kelly ragiona sul fatto che nell’evoluzione anche una sola piccola mutazione di un parametro secondario possa comportare enormi differenze nel risultato e di come sia in larga parte impossibile prevederne le conseguenze. Questo ci porta a supporre che chi sta utilizzando in questo modo la tecnologia acquisita non sia del tutto consapevole di ciò che sta facendo e che, in realtà, sia esso stesso influenzato da forze che gli sono superiori e delle quali non ha probabilmente nessun sentore. E con questo non ci si sta riferendo al “buon Belzebù”, quanto piuttosto ad un ordine scritto nelle regole evolutive che spingono l’uomo verso questo traguardo. Traguardo il quale prevede necessariamente l’annullamento dell’individualità a favore dell’avvento di una collettività sul modello di quella degli imenotteri. Una vera e propria Mente Sciame!

Supermostro?


E qui si pone l’ultima questione: se la strada che ha intrapreso la specie è già in qualche modo determinata dalle attitudini naturali latenti che le sono proprie e se, come vediamo nel corso della storia fino ad oggi, essa è composta nella grande maggioranza dei casi, da individui che neanche le recenti vicende sono riuscite a “svegliare”, quale razza di super-organismo riuscirà ad esprimere un’umanità del genere? E, conseguentemente, se gli individui appartenenti a quell’umanità stessero compiendo il percorso che l'evoluzione ha “predisposto” per loro, chi potrebbe realmente dirsi “naturale”, loro o chi a questa deriva si sta opponendo?

Qualsiasi sia la risposta svolgerà un ruolo determinante la volontà o meno dell’individuo di non accettare l’omologazione, di non conformarsi (https://www.youtube.com/watch?v=SB-T8A45ehM)  anche se questo potesse portare a gravi conseguenze.


Jacurutu

25 febbraio 2023