i numeri dell'istituto superiore di sanita'

COSI' E' ... SE VI PARE

Tra evidenze scientifiche e distorsioni mediatiche

Il 9 luglio scorso è stato pubblicato l’aggiornamento del report esteso dell’Istituto Superiore di Sanità sull’impatto dell’infezione da Covid 19 e l’efficacia vaccinale

Il Ministro Roberto Speranza ha twittato:” Il tasso di mortalità standardizzato per i non vaccinati è sei volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e sette volte superiore ai vaccinati con booster".

Tanto è bastato per tornare a sentir parlare i TG di “Pandemia dei non vaccinati”, ed invitare senza distinzione di età tutti gli italiani a sottoporsi all’ennesima dose di vaccino, la quarta. 

Sebbene la vaccinazione sembri avere abbassato il rischio di letalità, attenzione a come i dati vengono “proclamati”. E, soprattutto, attenzione a cosa dicono i dati rispetto a quelli di qualche mese addietro.

Il riferimento è a questa tabella che da qualche tempo ha fatto la sua comparsa nei rapporti, si tratta di una misura del “rischio relativo” di infezione, ospedalizzazione, ricovero in TI e decesso dei non vaccinati rispetto ai vaccinati.

dietro i dati ufficiali

L'altra verità

dei numeri


C'è da fare una precisazione. I numeri riportati nel corpo della tabella rappresentano tassi di incidenza specifici per 100.000 abitanti, vale a dire che sono il semplice rapporto tra i casi osservati e la popolazione di riferimento.

I valori riportati nella riga Totali, invece, sono tassi standardizzati. Che cosa significa? Cos’è un tasso standardizzato e a cosa serve? 

Un esempio classico è quando si vogliono confrontare i tassi di mortalità di due popolazioni con strutture demografiche diverse. Si pensi alle popolazioni di due nazioni, di cui una ha una popolazione più giovane e l’altra composta in misura maggiore da anziani. In questi casi, se si vuol confrontare il tasso di mortalità dei due gruppi, si utilizzeranno tassi cosiddetti “standard”, i quali al fine di rendere confrontabile il dato osservato, eliminano gli effetti distorsivi dell’età quando si vogliono fare valutazioni di carattere generale. Lo stesso procedimento si utilizza quando si vogliono fare dei confronti a distanza di anni sulla stessa popolazione.

In questo caso, però, la standardizzazione dei dati non viene utilizzata per operare un confronto da due popolazioni, ma per estendere il dato osservato all’intera popolazione italiana con l'obiettivo di trovare una misura di sintesi dell’efficacia del vaccino in termini di riduzione della letalità generale. 

E qui bisogna stare attenti. In una situazione in cui il 94% di tutti i decessi “con o per Covid” è concentrato nella fascia di età over 60 e l’84% tra gli over 70, questo equivale a commettere un azzardo dal punto di vista statistico. Perché quando tra le classi ci sono differenze elevate di eventi, i tassi standardizzati non forniscono dati affidabili.

Se si guarda ad esempio la tabella dei decessi, c’è una differenza di 107 volte tra le classi di età over 60 e under 59, in questi casi l’utilizzo di tassi standard amplifica tali differenze. In pratica se nel prossimo rapporto, a parità di tutti gli altri dati, il tasso di decessi per i soli over 80 raddoppiasse, il rischio specifico riferito all’intera popolazione crescerebbe ugualmente nonostante nelle altre classi di età non sia minimamente cambiato. 

Si è proceduto alla rielaborazione dei tassi standardizzati per fare delle simulazioni: se i soli decessi tra i non vaccinati over 80 passassero da 159 a 318, a parità di tutti gli altri valori della tabella, il rischio relativo totale raddoppierebbe a 13.20, ma sarebbe in realtà riferibile solo ad una fascia di età.

Una comunicazione non obiettiva tende ad enfatizzare l’effetto benefico della vaccinazione di massa, laddove le indicazioni farebbero propendere per una vaccinazione mirata. Ed è proprio quello che sembra emerge analizzando i dati nel corpo della tabella.

E qui veniamo al punto perché, in tutta la narrazione, manca un elemento fondamentale: i Rischi!

Come conciliare questo dato con il dato degli eventi avversi che si verificano prevalentemente nelle classi di età più giovani? Come conciliare questi dati con i tassi di mortalità del Covid che al di sotto dei 40 anni sono inferiori allo 0.1%? Sarà l’argomento di un prossimo lavoro..

la menzogna del green pass

Il fallimento 

dell'immunizzazione


Le evidenze scientifiche del fallimento della campagna di vaccinazione intesa come immunizzazione dal Covid, erano emerse già a metà del 2021. Ben prima dell’introduzione del vergognoso strumento del Green Pass, i rapporti dicevano che anche i vaccinati si ammalavano. 

Eppure, il Premier Draghi in persona, in una nota conferenza stampa, aveva solennemente proclamato come il Green Pass fosse lo strumento che garantiva una sicura convivenza tra persone non contagiate, dando il via ad una propaganda di odio e discriminazione basata soltanto sulla disinformazione a tutti i costi, pur di non ammettere il proprio grossolano errore. 

E tutti hanno dovuto adeguarsi: i politici, i media, le istituzioni sanitarie, persino le istituzioni religiose. Si è trattato della più grande operazione mediatica di disinformazione nel campo della salute pubblica di cui io abbi memoria, costata cara a molte famiglie e che non potrà essere dimenticata da coloro che l'hanno vissuta da discriminati.

Eppure in una nota di settembre 2021 l’ ANMA – Associazione Nazionale Medici d’Azienda e Competenti, intitolata significativamente "Certificazione verde e medico competente: non possum", basandosi sull’evidenza scientifica che il contagio avveniva indipendentemente dallo status vaccinale, sostenevano non solo l'inutilità dell’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro, ma anche la pericolosità di far passare il messaggio che quello strumento ci rendeva sicuri, perché ciò sarebbe stato possibile solo effettuando screening ogni 48 a prescindere dallo stato vaccinale.


Ed eccoli i dati che non si riesce più a nascondere, e che sarà interessante monitorare da qui in avanti.

I numeri certificano quelle che fino allo scorso anno erano bollate come affermazioni antiscientifiche, e che oggi sono dati scientifici cui non conviene dare molta attenzione mediatica. 
Nessun effetto della vaccinazione sul contagio, nessuna immunizzazione, nessuna copertura. 

E quando quel tasso di rischio relativo è minore di 1, indica che chi ha ricevuto la terza dose, in quella fascia di età, sembra ammalarsi più facilmente di chi di dosi ne ha ricevute zero. E non sono solo le diagnosi, perché quei numeri minori di 1 ci sono anche nelle colonne dedicate alle ospedalizzazioni e ai ricoveri in TI.
Noi non vogliamo propaganda, ma solo verità. 

Perché per quella bugia, quella enorme bugia del green pass, è costato il lavoro a centinaia di persone. E qualcuno, inconsapevole dei rischi, ha pagato il prezzo della propria vita…e ad oggi nessuno ancora ha chiesto scusa! 

Gianpiero Colatruglio
Il Silenzio degli Innocenti
silenzio.innocenti@gmail.com