IL Controllo consapevole

IL NUNZIO DEL MONDO VENTURO

L'intorpidimento indotto affinché rinunciamo alla nostra umanità

DA COMUNITA' A CONGLOMERATO


È opinione ormai accettata universalmente che l’umanità si trovi sulla soglia di una nuova era foriera di grandi sconvolgimenti per quel che riguarda il modo di vivere e di relazionarsi tra gli appartenenti la società. L'uso della tecnologia che si è andato progressivamente affermando, fino a diventare parte integrante della vita di ciascuno, sta velocemente diventando pervasivo e, purtroppo, imprescindibile.
L’elemento cardine sul quale ruota tutto l’asse della rivoluzione epocale che stiamo vivendo pare essere l’appagamento di ogni genere di bisogno fittizio artatamente indotto al fine di creare un soggetto che sia funzionale ai bisogni di questa società. Società la quale sta perdendo sempre più il carattere di comunità ed assumendo quello di “conglomerato” nel quale i componenti non sono “soggetti” ma entità prive di reale identità e sempre più astratte, perse come sono nei meandri del digitale e nell’immaginario.
La “sublimazione” che sta venendo portata in essere “dell’individuo” come soggetto il quale deve avere piena libertà nell’espressione delle sue peculiarità distintive, soprattutto per quello che riguarda il suo esternarsi verso la società, è il nuovo mantra al quale devono adeguarsi tutte le linee di pensiero. Speculare a questo vi è un rifiuto sistematico, da parte di una buona fetta della popolazione, di omologarsi a quello che, giustamente, viene interpretato come annichilimento dell'individuo.

IL PAESE DEI BALOCCHI


Nel corso degli ultimi decenni sono stati resi disponibili al consumatore tutta una serie di dispositivi atti a rendere la vita dello stesso più facile e nel contempo più “appagante”. E, evidentemente digiuna la “folla consumatrice” dell’antica lezione lasciataci da Marcuse relativa all’utilizzo, da parte delle élite dominanti, dei media come mezzo di educazione delle masse, il pubblico ha accettato acriticamente tutte le novità che gli sono state donate dalla tecnologia senza avere i mezzi per discernere quale prezzo questa “elargizione” comportasse. E come nel più classico dei patti faustiani, non ci si è accorti che il prezzo da pagare per accedere a questo fantastico “Paese dei Balocchi” sarebbe potuto essere troppo alto e portare a conseguenze che non si è ancora in grado di prevedere.

CONNESSIONI PERICOLOSE


Da quando negli anni 80/90 del secolo scorso il mondo si è dotato di una struttura atta alla connessione in tempo reale tra soggetti quale è la rete, la crescita esponenziale della stessa ha determinato un livello di connessione tra individui ed un flusso sempre crescente di informazioni accessibili a chiunque che non ha precedenti nella storia. Connessioni che comunque possono essere monitorate da remoto ed informazioni che possono essere gestite in modo da produrre determinati risultati da chi avesse interesse a farlo.
Non è inutile qui ricordare che il Web nasce come tecnologia militare e che, allo stato attuale, essendo qualsiasi forma di comunicazione passibile di monitoraggio da parte di strutture delle quali la più nota è quella denominata Five Eyes, consorzio tra i principali paesi anglofoni (Anglosfera) in funzione di intelligence, ciascuno può essere attenzionato per le attività che svolge in rete. Gli stessi strumenti per la navigazione anonima che la rete offre sono potenzialmente pericolosi per la privacy. Il più famoso di questi per esempio, Tor Browser, è stato sviluppato con il finanziamento del governo USA e non stupisce quindi che una struttura come Radio Liberty ne caldeggi l’uso presso le dissidenze di mezzo mondo.

STRUMENTI DI CONTROLLO


Unendo a questa capacità offerta dalla tecnologia i sempreverdi metodi per esercitare l’influenza sulle masse già descritti da Le Bon, ampiamente utilizzati sia dai dittatori del secolo scorso sia da una grande folla di pubblicitari che hanno saputo farne buon uso, attraverso la veicolazione tramite i media di una “versione ufficiale” degli eventi, si è riusciti ad imporre una tabella di marcia verso un tipo di sviluppo che, anche se ammantato di tematiche “progressiste” e care alla sinistra, cela in sé un poderoso sforzo per condizionare la società ed indurla verso un traguardo di controllo di marca autoritarista. Il fatto stesso che esistano solo tre, quattro agenzie stampa internazionali alle quali fanno riferimento la maggioranza dei giornali o delle tv è di per sé indizio che esista un problema di trasparenza nella diffusione delle notizie. Inoltre la predisposizione di appositi dispositivi mediatici veicolanti tesi a sostegno della vulgata di regime, permette di contrastare le opinioni avverse, che già faticano a diffondersi data la sproporzione di mezzi messi in campo, bollandole come disinformazione.
Tutto questo, unito a tutta quella serie di dispositivi dei quali ci si sta attorniando e che il regime promuove come desiderabili, quando non come indispensabili, sta obiettivamente creando una rete di circuiti di feedback che nessun altro scopo può avere se non quello di avere riscontri sulle reazioni dell’utenza per poter meglio ricalibrare l’azione di mistificazione della realtà. È il caso della narrazione che è stata fatta sulla guerra russo-ucraina dove, a differenza che nella vicenda pandemica, il pubblico si è rivelato essere tiepido se non ostile alle posizioni imposte dal regime.

SCHIAVI O AUTOMI?


Rimodulando opportunamente la campagna mediatica, si sta cercando di ovviare al problema di trovare un sostegno popolare alla vicenda. Attraverso la diffusione di notizie accuratamente selezionate allo scopo, si tenta di indurre il pubblico a propendere verso la versione promossa dai vertici del sistema.
Il dato di fatto che ormai appare essersi appalesato è che il tentativo di imporre un cambiamento di paradigma sul quale basare un nuovo modello di società non può che passare attraverso un cambiamento radicale dell’ambiente nel quale i soggetti verranno a trovarsi. E sotto questa luce vanno interpretati i vari input che vengono dati e che la folla, ignara o ignava, distratta, non vede o finge di non vedere! Dall’implementazione nella vita quotidiana di tecnologia, all’adozione di nuove norme etiche piuttosto che culturali; dall’adeguamento a nuove modalità di sostentamento, sia alimentare che energetico, al cambiamento de facto dell’ambiente nel quale si vive o delle modalità in cui lo si utilizza, al condizionamento delle opposizioni mediante infiltrazione o finanziamenti occulti, tutto concorre a determinare questo cambiamento “ambientale”.
Non si tratta qui di accettare o meno di trovarsi dei grilli come pietanza al desco, cosa che peraltro è già prevista nella dieta dei monoteisti di tradizione giudaico-cristiana e islamica da quanto si evince dalla lettura di Levitico 11,22; piuttosto di non trovarsi nella spiacevole situazione descritta in Rivelazione 13,16-18 nella quale ci si troverebbe obbligati all’adesione ad un sistema che ha come finalità l’omologazione dell’individuo. Non a caso la lettura dello scritto da parte della Tradizione (ma anche di quella fatta da tradizioni posteriori ad essa) identifica la bestia come un sistema organizzativo-gestionale di carattere universale tendente al dominio sul mondo e rileva nella metafora delle acque dalle quali sorge, il fatto di scaturire dall’operare delle masse (simboleggiate appunto dalle acque). Le quali istruite ad accettare il cambiamento come avanzamento positivo nel progresso, in mancanza di educazione che le possa portare a sviluppare autonomamente il pensiero critico, finiscono per accettare il tutto come inevitabile o addirittura auspicabile! Della già citata rubrica della Rai” Pillole contro la disinformazione” risulta essere illuminante il testo del disclaimer alla fine di ogni video che recita:” Pillole contro la disinformazione” è una rubrica di divulgazione, discussione ed INSEGNAMENTO CULTURALE”.
E qui pare appropriata la lettura di un bell’articolo di Vito Mancuso, Educazione Etica, che spiega la differenza che esiste tra i termini “educare” ed “istruire“. In conclusione si può dire che l’avvenire che ci si prospetta dipenderà dal fatto di aderire o meno alla mistificazione in atto e quindi scegliere a quale modello sociale si vorrà aderire. A monito risultano illuminanti, ed evidentemente inascoltate, le parole di Pasolini sui concetti di progresso e sviluppo in una famosa intervista dove l’intellettuale delineava già una linea di demarcazione tra le diverse attitudini degli esseri umani. 
Ma ancora più lapidarie quelle di Fromm: "Il pericolo del passato era che gli uomini diventassimo schiavi, il pericolo del futuro è che gli uomini diventino automi".

Jacurutu

26 febbraio 2023