Rimodulando opportunamente la campagna mediatica, si sta cercando di ovviare al problema di
trovare un sostegno popolare alla vicenda. Attraverso la
diffusione di notizie accuratamente selezionate allo scopo, si tenta di
indurre il pubblico a propendere verso la versione promossa dai vertici del
sistema.
Il dato di fatto che ormai appare essersi appalesato è che il
tentativo di imporre un cambiamento di paradigma sul quale basare un nuovo
modello di società non può che passare attraverso un cambiamento radicale
dell’ambiente nel quale i soggetti verranno a trovarsi. E sotto questa luce
vanno interpretati i vari input che vengono dati e che la folla, ignara o
ignava, distratta, non vede o finge di non vedere! Dall’implementazione nella
vita quotidiana di
tecnologia, all’adozione di nuove norme
etiche
piuttosto che
culturali; dall’adeguamento a nuove modalità di sostentamento,
sia
alimentare
che
energetico,
al cambiamento de facto
dell’ambiente
nel quale si vive o delle
modalità in cui lo si utilizza, al condizionamento delle opposizioni mediante
infiltrazione o
finanziamenti occulti, tutto concorre a determinare questo cambiamento
“ambientale”.
Non si tratta qui di accettare o meno di trovarsi dei grilli come
pietanza al desco, cosa che peraltro è già prevista nella dieta dei monoteisti
di tradizione giudaico-cristiana e islamica da quanto si evince dalla lettura
di
Levitico 11,22; piuttosto di non
trovarsi nella spiacevole situazione descritta in
Rivelazione 13,16-18 nella quale ci si troverebbe obbligati all’adesione
ad un sistema che ha come finalità l’omologazione dell’individuo. Non a caso la
lettura dello scritto da parte della Tradizione (ma anche di quella fatta da
tradizioni posteriori ad essa) identifica la
“bestia”
come un sistema organizzativo-gestionale di carattere universale tendente al
dominio sul mondo e rileva nella metafora delle acque dalle quali sorge, il
fatto di scaturire dall’operare delle masse (simboleggiate appunto dalle
acque). Le quali istruite ad accettare il cambiamento come avanzamento positivo
nel progresso, in mancanza di educazione che le possa portare a sviluppare
autonomamente il pensiero critico, finiscono per accettare il tutto come
inevitabile o addirittura auspicabile! Della già citata rubrica della Rai”
Pillole contro la disinformazione” risulta essere illuminante il testo del
disclaimer alla fine di ogni video che recita:” Pillole contro la
disinformazione” è una rubrica di divulgazione, discussione ed INSEGNAMENTO
CULTURALE”.
E qui pare appropriata la lettura di un bell’articolo di Vito
Mancuso,
Educazione Etica, che spiega la differenza che esiste tra i termini “educare” ed
“istruire“. In conclusione si può dire
che l’avvenire che ci si prospetta dipenderà dal fatto di aderire o meno alla
mistificazione in atto e quindi scegliere a quale modello sociale si vorrà
aderire. A monito risultano illuminanti, ed evidentemente inascoltate, le
parole di Pasolini sui concetti di progresso e sviluppo in una famosa
intervista
dove l’intellettuale delineava già una linea di demarcazione tra le diverse
attitudini degli esseri umani.
Ma ancora più lapidarie quelle di Fromm: "
Il pericolo del passato era che gli uomini diventassimo schiavi, il pericolo del futuro è che gli uomini diventino automi".
Jacurutu
26 febbraio 2023