le idee collettiviste sono IL FONDAMENTO della schiavitù

L'imposta sul reddito: la radice di tutti i mali

Non ci sono tasse buone o giuste perché tutte si basano sulla coercizione.

Un male comune


"L’imposta sul reddito" è un classico della letteratura politica americana. Secondo l’autore, Frank Chodorov, l’introduzione dell’imposta sul reddito nel 1913 ha minato, più di ogni altro cambiamento
legislativo, le fondamenta dell’americanismo: i diritti individuali.
A seguito dell’approvazione di questo emendamento, scrive Frank Chodorov, «Gli Stati Uniti d’America non sono più la terra della Dichiarazione d’Indipendenza». L’imposta sul reddito, infatti, è diversa dalle altre forme di imposizione fiscale in quanto nega, in radice, il diritto di proprietà privata e presuppone un pervasivo controllo del governo su tutte le attività umane.

L'argomentazione: restituire al popolo la sovranità


La tradizione ha modo di rimanere salda benché, a tutti gli effetti pratici, sia morta. In questo paese usiamo ancora termini individualistici - come, per esempio, i diritti dell'uomo - quando, di fatto, pensiamo e ci comportiamo nel quadro della dottrina collettivistica. Appoggiamo e difendiamo quelle pratiche - come il sostegno dei prezzi in agricoltura, la sicurezza sociale, l'edilizia pubblica, la sanità pubblica, la coscrizione - e tutti i tipi di idee che derivano dalla tesi che l'uomo non ha diritti eccetto quelli che gli conferisce il governo.

Nonostante questa crescente tendenza a guardare al potere politico come fonte di miglioramento materiale e come guida per i nostri destini personali, parliamo ancora di governo limitato, diritti degli stati, pesi e contrappesi, e di virtù personali quali parsimonia, laboriosità, iniziativa. Grazie alla nostra letteratura, la tradizione resiste anche se ha perso forza.

Ma ci sono molti Americani che considerano la nuova tendenza ripugnante, in parte perché sono tradizionalisti, in parte perché la trovano personalmente odiosa, in parte perché la ragione dice loro che ciò condurrà alla completa sottomissione dell'individuo, come nella Germania nazista o nella Russia comunista, e tale prospettiva non piace. È per questi Americani che questo libro è stato scritto. Perché la loro opposizione all’andamento descritto prenda la forma di una riforma, benché nulla lo trasformerà se non la rivoluzione. E per "rivoluzione" intendo la restituzione al popolo di quella sovranità che la nostra tradizione presuppone che abbiano. Intendo la restituzione del potere che il governo ha confiscato loro attraverso il Sedicesimo Emendamento.

Quando analizzate un qualsiasi tipo di intervento governativo, scoprite che è reso possibile dalle entrate. Un governo è tanto forte quante sono le sue entrate. Al contrario, l'indipendenza delle persone è direttamente proporzionale alla quantità di loro ricchezze di cui possono godere. Non possiamo ripristinare la tradizionale libertà Americana a meno che non limitiamo il potere del governo di tassare. Fare dei rattoppi con questa, quella, o altra legge, non fermerà la tendenza verso il socialismo. Dobbiamo abrogare il Sedicesimo Emendamento.  

Washington, D.C. Frank Chodorov febbraio 1954, lntroduzione.

Un governo debole è il corollario di un popolo forte


Questa era, senza dubbio, "la casa dei liberi e la terra dei coraggiosi". Gli Americani erano liberi semplicemente perché il governo era troppo debole per immischiarsi negli affari privati delle persone - non aveva i soldi per farlo - ed erano coraggiosi perché un popolo libero è sempre avventuroso. Il dovere della libertà è la volontà di farcela da soli.

Il primo Americano voleva così. Era diffidente nei confronti del governo, specialmente quando si trattava di un governo irraggiungibile. Si era appena sbarazzato di una classe politica lontana e autosufficiente e non avrebbe tollerato nulla di simile nel paese appena fondato. Riconobbe il bisogno di una sorta di governo che mantenesse l'ordine, per essere protetto nell'esercizio dei suoi diritti e per occuparsi dei suoi interessi in terre straniere. Ma voleva che si capisse che i poteri di quel governo sarebbero stati chiaramente definiti e limitati; non sarebbe potuto andare oltre i limiti specificati. Fu in riconoscimento di questa paura del potere centralizzato che i Padri Fondatori inserirono nella Costituzione – che altrimenti non sarebbe mai stata ratificata - restrizioni molto specifiche al governo federale.  

Per altre questioni, il primo Americano era disposto a dare fiducia al governo locale, a un governo di vicini, a un governo che si possa controllare a vista e, se necessario, che sia facilmente raggiungibile. Per questo motivo gli Stati Uniti furono fondati come una Unione di repubbliche separate e autonome. Gli stati avrebbero potuto effettuare qualsiasi esperimento politico richiesto dalle persone - persino il socialismo - ma il governo federale non aveva un tale margine di manovra. Dopotutto c'erano altri stati vicini e, se a un cittadino non fosse piaciuto il modo in cui un governo dello Stato gestiva i suoi affari, poteva passare oltre il confine; la minaccia della concorrenza impedirebbe a qualsiasi Stato di esagerare nel fare cambiamenti o intervenire nella vita dei cittadini.

La Costituzione, quindi, ha disegnato un governo federale sbilanciato e debole. E un governo debole è il corollario di un popolo forte.

Le mani del governo nelle tasche dei cittadini


Il Sedicesimo Emendamento ha cambiato tutto questo. In primo luogo, permettendo al governo federale di mettere le mani nelle tasche e nelle buste paga delle persone, le ha rese meno devote ai governi locali. Li ha resi cittadini degli Stati Uniti piuttosto che dei loro rispettivi Stati. Il furto della lealtà ai singoli Stati seguiva il furto del denaro, che ora non veniva loro tolto dai rappresentanti locali, sui quali avevano un certo controllo, ma dai rappresentanti degli altri quarantasette Stati. Divennero soggetti alla volontà del governo centrale e il loro stato di sottomissione crebbe al crescere del prelievo fiscale.

Allo stesso modo, i governi statali hanno perso sempre più autonomia. Non solo la fonte delle loro entrate veniva prosciugata dalla prelazione federale, tanto da avere sempre meno risorse per i servizi sociali che un governo dovrebbe fornire, ma furono costretti, allo strenuo delle forze, a chiedere aiuto alle autorità centrali. In tal modo hanno necessariamente rinunciato alla loro indipendenza. Trovarono difficile resistere all'istituzione dalla quale ricevevano sussidi. Inoltre, il governo federale era in grado di esigere sottomissione dai governi statali come condizione per le sovvenzioni. È diventato, quindi, politicamente saggio per governatori, legislatori e membri del Congresso "collaborare" con il governo centrale; sono stati ridotti ad essere ufficiali di approvvigionamento per i cittadini che li hanno eletti. Il potere economico che il governo federale si assicurò con il Sedicesimo Emendamento permise a esso di corrompere i governi statali, così come i cittadini, per sottometterli alla sua volontà.

Togliere risorse per ritrovare libertà


In tal modo, l'intero spirito dell'Unione e della sua Costituzione è stato liquidato. La tassazione sul reddito ha fatto degli Stati Uniti una nazione completamente centralizzata come qualsiasi altra prima; il tipo stesso di istituzione che i Padri Fondatori hanno aborrito è stato realizzato grazie a questo semplice cambiamento delle leggi fiscali. Questa non è più la "casa dei liberi", e ciò che rimane del coraggio è riconducibile a una tradizione che sta rapidamente perdendo terreno.

Per quelli di noi che ancora credono che la libertà sia il meglio, la via è chiara: dobbiamo concentrarci sulla correzione dell'errore del 1913. Il Sedicesimo Emendamento deve essere abrogato. Niente di meno. Perché è solo per l’enorme reddito di cui dispone che il governo federale è in grado di istituire procedure che violano il diritto dell'individuo a sé stesso e alla sua proprietà; le agenzie di controllo devono essere pagate. Con l'abrogazione dell'emendamento, le misure socialiste inflitteci negli ultimi trent'anni svaniranno.

L'acquisto di elezioni con denaro federale non sarà più possibile. E il potere e la dignità dei governi nazionali saranno ripristinati.

Questo provvedimento dovrebbe essere sostenuto dai governatori e legislatori di tutti gli stati. Ogni stato dell'Unione ora contribuisce, con tasse sul reddito, al governo federale più di quanto ritorni in aiuti; ciò è inevitabile perché il costo per il mantenimento dell'enorme macchina federale è prelevato dalle tasse prima che il cittadino possa ottenere qualcosa. Con l'abolizione della tassazione sui redditi gli Stati saranno maggiormente in grado di servire i propri cittadini, e poiché i governi statali sono più vicini e più reattivi alla volontà delle persone, ci sono maggiori probabilità che i cittadini ottengano servizi corrispondenti al reale valore della moneta pagata.

Tuttavia l'argomento principale a sostegno dell'abrogazione del Sedicesimo Emendamento è che solo in questo modo la libertà sottratta da un governo interventista potrà essere restituita al popolo Americano. 

J. Bracken Lee, Governatore dello Utah, Presentazione.


Questi brani sono tratti dal testo Frank ChodorovL'imposta sul reddito: la radice di tutti i mali.

Traduzione di Luigi Degan, Editore Leonardo Facco, goWare, 111 pagine.

Finito di stampare il 22 novembre 2019