SILVIO, IL NULLA DIETRO L'ODIO, di Luisa Ferré

Oggi di Silvio Berlusconi alcuni stilano un elenco com'è nel loro stile: impietoso.
Di Berlusconi si ricordano scandali, processi, guai giudiziari, conflitto d'interessi e molto altro, che ha caratterizzato la sua lunga attività politica.
Le critiche quotidiane della classe culturale dominante e progressista avrebbero dovuto segnare una distanza netta dal berlusconismo. Mentre, nell'era della globalizzazione e di Internet, a fronte del proclamato liberalismo di Berlusconi, le critiche, prive di un progetto alternativo, hanno contribuito a mantenere il Paese in una fissità i cui effetti non hanno tardato a manifestarsi.
La fissità e un vuoto politico che non ha saputo contrapporre risposte al liberalismo e a un modello imprenditoriale, discutibile, ma reale e che da sinistra ha saputo soltanto giustificare in termini di progresso il precariato.
Eppure Berlusconi è l'ultimo statista che l'Italia abbia avuto.
Destituito anche dall'allora determinante spread fuori controllo, parametro in seguito dimenticato, imbrigliato in governi tecnici che scientificamente hanno destrutturato l'economia, ha contribuito all'abbattimento del livello della cultura nel nostro Paese.
Il ruolo del liberismo, perno del berlusconismo, venne totalmente sottovalutato. Da anni con un'evidente recrudescenza assistiamo ad attacchi alle libertà individuali, ai diritti sociali e alla proprietà privata, completamente sottaciute dal pensiero unico progressista, evidentemente culturalmente affine al globalismo, altrimenti non si spiega la persistenza del pensiero unico, che ignora le crepe vistose del materialismo e dell'ateismo.
Tuttavia B. è stato l'unico a manifestare contrarietà alla guerra in Libia e, di recente, alla guerra in Ucraina. E fu fra i pochi a conservare un legame con Putin, per difendere gli interessi geopolitici dell'Italia dalle mire globaliste.
La sinistra, che ha vissuto di rendita sulle sue vicende giudiziarie e ha lavorato alle spalle degli italiani per sferrare il colpo finale in questi tre anni, sta mostrando il vero volto di uno spietato incastro teso a privare il nostro Paese di ogni libertà costituzionale, con la lascivia pseudoculturale che denigra la dignità, mentre veniamo consegnati a piene mani al cappio globalista.

Vivo e al Governo Berlusconi, non avremmo subito tanta sofferenza e umiliazione.

Luisa Ferré