PLAGIATI DALLA PORNOGRAFIA

VOGLIONO I BAMBINI

La società in cui viviamo è un continuo paradosso, sotto tanti aspetti. Uno, in particolare, è il paradosso della sessualità: da un lato questo argomento è stato sdoganato a livelli assurdi, dall’altro rimangono ancora dei taboo di cui si cerca di non parlare.

Persino la Chiesa ha smesso di parlare di sessualità, nonostante temi come la castità, la fedeltà e il valore del corpo siano fondamentali per un cattolico, soprattutto in tempi come questi, caratterizzati da una liberalizzazione senza precedenti, che ha portato a far prevalere la libertà sessuale della donna sulla vita di un bambino.

In questa confusione totale di idee, ci sono persone che hanno colto la palla al balzo e approfittano del nostro finto puritanesimo per  sdoganare l’argomento una volta per tutte. L’OMS ha annunciato che dovranno essere inseriti nelle scuole dei programmi di educazione sessuale, in cui si insegnerà ai bambini, fin dalla più tenera età, non solo a identificarsi nel genere che preferiscono, ma anche a “esplorare il loro corpo” e quello degli altri bambini, a masturbarsi e a comprendere cosa gli può far piacere. In Germania il Governo è stato costretto a prendere una posizione netta, vietando agli asili nido di creare spazi dove i bambini potessero spogliarsi e toccarsi dopo che questa pratica si era diffusa pericolosamente in tutto il Paese (https://www.ilsussidiario.net/news/germania-vieta-stanze-per-esplorazione-del-corpo-negli-asili-bimbi-erano-guidati-a-spogliarsi-e-toccarsi/2567684/).

È ancora peggio quello che è accaduto in Inghilterra, dove il Primo Ministro è intervenuto per modificare i terrificanti programmi di educazione sessuale proposti dalle scuole inglesi tramite la charity School of SexualityEducation. Tutto è iniziato quando una madre, Clare Page, ha dichiarato che le era stato impedito di visionare i programmi con cui gli insegnanti stavano cercando di indottrinare la figlia insegnandole che l’eteronormatività è negativa e che bisogna essere “sex positive” nei rapporti con ragazzi e ragazze, da allora il Daily Mail ha aperto un’inchiesta che ha dimostrato a tutto il Paese fino a che punto si fossero spinte le stesse scuole che dovrebbero educare i ragazzi, invece di deviarli (https://www.tempi.it/salvate-i-bambini-inglesi-dai-corsi-di-educazione-sessuale/).

Forse noi ci sentiamo rassicurati, poiché questi fatti si verificano all’estero, ma è ancora presto per tirare un sospiro di sollievo: prima di tutto perché non è ancora detto che questi programmi non siano inseriti a breve nelle scuole italiane, già siamo partiti con la Carriera Alias e chissà cos’altro ci aspetta, e poi perché i nostri bambini e ragazzi non sono immuni da questi messaggi.

 

DIPENDENZA INVISIBILE

La pornografia è diffusa ovunque, anche in Italia e anche tra i più giovani. Purtroppo, accedere a un sito che pubblica contenuti pornografici è fin troppo facile quando si ha a disposizione un computer o uno smartphone, e ormai anche i più piccoli sono dotati di questi strumenti. Inoltre, molti film e serie tv prodotte negli ultimi anni rappresentano scene esplicite di rapporti, e pare che ormai non si possa più raccontare una storia facendone a meno…

I danni prodotti potranno non essere direttamente percettibili, ma sono devastanti. In primis la pornografia può creare dipendenza, provocando un distacco dalla realtà per la persona che ne soffre che si ritrova attaccata allo schermo per ore, assuefatta a un piacere virtuale e incapace di ricrearlo in un contesto reale: tanti, per lo più uomini, si sono ritrovati immersi in questo vortice che li ha inevitabilmente allontanati dalle persone a loro vicine.

I danni aumentano per i ragazzini più giovani: la legislazione penale italiana che punisce i reati sessuali compiuti su persone minorenni, in particolare sui minori di 14 anni, non è strettamente legata alla tutela della libertà sessuale del soggetto che, data l’età, non sarebbe ancora in grado di esercitare, ma viene posta a tutela del corretto sviluppo della sua sessualità. A differenza della violenza sessuale, che è un reato di danno, la violenza sessuale compiuta contro un minore di 14 anni è un reato di pericolo, poiché la vittima potrà costruire una visione deviata del rapporto sessuale, che interpreterà come un’azione violenta che prescinde da un eventuale consenso. La pornografia funziona allo stesso modo: crea il pericolo di sviluppare idee malsane nella mente di persone giovani, che affrontano il primo approccio alla sessualità tramite video recitati, con un regista e uno staff che si accertano che tutto funzioni come previsto da copione.

 

VIOLENZA A PAGAMENTO

Ci sono poi altri aspetti, ancora più sconosciuti, di questa piaga: la pedopornografia e lo sfruttamento delle persone vittime di tratta. Partendo da quest’ultimo punto, occorre precisare che non tutti i video pornografici che troviamo sul web sono realizzati con attori consenzienti e pagati per il loro ruolo, in alcuni casi si tratta di persone che subiscono violenza, non necessariamente minorenni. Lo ha dimostrato il processo svoltosi negli Stati Uniti contro i creatori del sito “Girls do Porn”, che si è concluso con una sentenza favorevole per tutte quelle ragazze che, dopo essere state reclutate e condotte in California tramite dei raggiri, una volta arrivate a destinazione venivano ripetutamente violentate mentre una telecamera riprendeva la scena; la violenza continuava fino a quando non reggevano il gioco agli stupratori, così erano costrette a fingere per porre fine alla tortura (https://eu.usatoday.com/story/opinion/2021/06/21/girlsdoporn-sentencing-porn-hub-sex-trafficking-victims/7727760002/).

I video venivano poi montati e caricati sul sito come se fossero stati registrati con attrici consenzienti e tutt’ora continuano a circolare sul web poiché, anche se il sito è stato obbligato a rimuoverli, sono già stati scaricati in passato da migliaia di utenti che possono continuare a guardarli e condividerli. Dunque, alcuni dei video pornografici che sono in rete e che alcune persone decidono di guardare per sfogare i propri impulsi, sono di fatto scene di violenza sessuale.

Passando alla pedo-pornografia, il discorso diventa più delicato. Esistono materiali su web che riportano immagini di ragazzini e ragazzine giovanissime che non hanno neanche idea di cosa gli stia capitando. Il dark web, di cui tutti sanno l’esistenza ma che tutti fingono di non poter controllare, è pieno di contenuti di questo tipo, ma ormai è facile ottenerli anche tramite i social, dove i pedofili contattano i ragazzini tramite chat fingendosi loro coetanei e, una volta raggiunto un certo livello di confidenza, gli chiedono foto e video senza vestiti. Una volta ottenuto il materiale lo diffondono su siti creati appositamente a questo scopo, dove tutti gli altri deviati potranno guardare le foto e i video per soddisfare i loro impulsi malati. Spesso questi ragazzini non si rendono nemmeno conto di essere vittime di tratta, poiché il pedofilo dopo qualche tempo scompare, chiudendo la “relazione a distanza” con il ragazzino o la ragazzina in questione. In altri casi, il pedofilo si rivela ricattando il bambino e minacciandolo di diffondere le immagini ai suoi genitori se non continuerà a fare quello che gli viene chiesto (https://www.adnkronos.com/cronaca/pedofilia-e-pedopornografia-siti-oscurati-e-arresti-i-dati-2022_2GpmufxuBu4yC6CGcmoSOF).

Se questo metodo è molto subdolo e permette di colpire i bambini anche mentre sono a casa con i propri genitori, esistono poi altri metodi che sono più diffusi di quanto pensiamo.

In alcuni casi le vittime adescate sui social vengono invitate ad un incontro, poi vengono rapite e vendute da una rete di trafficanti, e saranno costrette a subire continuamente stupri e torture riprese e diffuse a pagamento sul web, offrendo anche la possibilità di assistere alla violenza in diretta, o tramite DVD e videocassette che saranno commercializzate ovunque nel mondo: in Asia, in America, in Europa, sì anche in Italia, anche se attualmente il primo Paese per il consumo di questo tipo di materiale sono gli Stati Uniti d’America. In altre situazioni invece, il bambino è vittima non di organizzazioni criminali, bensì della sua stessa famiglia: genitori, nonni, zii, cugini, amici di famiglia, che lo sottopongono a violenze atroci, sono disposti a venderlo al miglior offerente, a costringerlo a sopportare orrende sevizie, e a lucrare sulla sofferenza del loro stesso figlio, nipote o figlioccio (https://www.youtube.com/watch?v=kncbSRdIYmk&t=10s).

 

“ANCORA DI PIÙ!”

Ci sono psicologi, come il canadese Jordan B. Peterson, che dichiarano che gli spettatori di questi contenuti non sono necessariamente pedofili, ma possono essere persone che hanno iniziato a guardare video pornografici in modo innocuo, fino a sviluppare una dipendenza e a perdere gradualmente la soddisfazione del proprio desiderio guardando i contenuti più “classici”. La pornografia può diventare un vortice che trascina sempre più a fondo: se si passano fino a otto ore al giorno a guardare un uomo e una donna che hanno un rapporto, il cervello dopo un po' di tempo non sarà più attirato da questa scena e chiederà qualcosa di nuovo, “ancora di più!”, e gradualmente, senza neanche rendersene conto, il soggetto in questione si ritrova ad eccitarsi guardando gruppi di bambini che vengono violentati senza pietà.

Ciò che è male non può diventare bene, e la pornografia è sempre male, anche quando non crea dipendenza perché crea comunque un meccanismo sbagliato nella mente delle persone: ho un desiderio sessuale da soddisfare? Accendo il computer e ho a disposizione migliaia di persone che si prestano a farlo. Ho dodici anni e comincio a voler capire come funziona il sesso siccome ne sento parlare dai miei amici? Cerco un sito sul cellulare, clicco un video a caso e vedo come si fa. Sono insoddisfatto della mia vita e cerco uno svago? Mi masturbo per un po' davanti a uno schermo.

La soddisfazione data dalla masturbazione poi, è solo apparente, in realtà crea un senso di insoddisfazione ancora più grande, poiché quello che rende appagante un rapporto sessuale non è il piacere fine a sé stesso, ma la condivisione, l’intimità e il sentimento che lo caratterizzano, e che una foto, un video, o un rapporto occasionale non potranno mai ricreare.

Ricercare il sentimento è la chiave per affrontare questo periodo in cui nulla ha più valore, tanto meno il nostro corpo, e questa ricerca aiuterebbe i giovani ad allontanarsi dagli schermi e a ritornare a vivere in una dimensione vera, fatta di regole, di valori e di rispetto, che ormai sembrano non contare più niente ma che sono fondamentali per costruire una vita degna di essere vissuta.

Niente è gratis in questo mondo, e infatti anche per accedere ai siti che offrono contenuti pornografici è necessario abbonarsi pagando una quota determinata. Eppure, io ne sono convinta, non sono i vostri soldi che gli interessano, ma il vostro tempo e la vostra motivazione, che date a loro invece di darli alla vostra vita.

Alessia Battini