PERCHÈ CHIAMANO IL "CAMBIAMENTO CLIMATICO" UNA "EMERGENZA SANITARIA"?

L'élite globale ha intenzione di introdurre uno "stato di emergenza globale", quasi permanente, ribattezzando il cambiamento climatico come una "crisi di salute pubblica" che è "peggiore del covid".

Non è una novità. Ma la campagna in corso si è accelerata nelle ultime settimane.

È iniziata quasi subito dopo l'avvio del Covid, e da allora è progredita costantemente, tanto che alcuni rapporti definiscono il cambiamento climatico "peggiore del Covid".

C''è una nuova spinta sul fronte "clima = crisi della salute pubblica". È iniziata, come molte altre cose, con Bill Gates che ha dichiarato in un'intervista alla MSNBC alla fine di settembre:

"Dobbiamo mettere tutto insieme; non si tratta solo di clima qui e salute là, ma le due cose interagiscono".

Da allora i giornali hanno cominciato ad affermare che "il cambiamento climatico è una crisi di salute pubblica", probabilmente nell'ambito della preparazione del vertice COP28 delle Nazioni Unite che si terrà quest'anno.

Dalla frase di Gates, si è passati da una propaganda lenta ma costante a un'accelerazione rapidissima per raggiungere al più presto l'obiettivo; e i media continuano a ripetere quella frase in modo febbrile.

È stato un editoriale dell'edizione di ottobre del British Medical Journal a dare il via alle danze: sostenendo di parlare a nome di oltre 200 riviste mediche, dichiara:

"È ora di trattare la crisi del clima e della natura come un'unica emergenza sanitaria globale indivisibile".

Tutti, dal Guardian alla CBC, al Weather Channel, hanno colto la palla al balzo.

Altre pubblicazioni sono più specifiche, ma il messaggio è lo stesso. Il cambiamento climatico è dannoso per la salute delle donne, dei bambini, dei poveri, dei kenioti, dei lavoratori e... avete capito.

E tutto questo solo negli ultimi giorni.

Non è solo la stampa, ma anche i governi e le ONG. L'organizzazione no-profit "One Earth" ha riferito, due giorni fa:

"Perché il cambiamento climatico è un problema di salute pubblica"

Ripetuto ancora una volta in base all'editoriale pubblicato su British Medical Journal. I "paladini del clima" dell'ONU sono naturalmente coinvolti, insieme alla "Health Alliance on Climate Change" del Regno Unito, chiunque essi siano.

Sia la Croce Rossa che Medici Senza Frontiere hanno pubblicato (o aggiornato) articoli sul loro sito web negli ultimi giorni utilizzando variazioni della frase "La crisi climatica è una crisi sanitaria".

Funzionari della sanità pubblica locale, provenienti da regioni molto distanti tra loro, come l'Australia Occidentale e l'Arkansas, sono impegnati a "discutere gli effetti del cambiamento climatico sulla salute".

È interessante notare che l'articolo di Wikipedia sugli "effetti del cambiamento climatico sulla salute umana" ha ricevuto più modifiche nelle ultime 3 settimane che nei 3 mesi precedenti messi insieme.

Il tutto, ovviamente, sotto la supervisione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il 12 ottobre l'OMS ha aggiornato la sua scheda informativa sui cambiamenti climatici, rendendola molto più lunga della versione precedente e includendo alcune nuove affermazioni interessanti:

"I dati dell'OMS indicano che 2 miliardi di persone non dispongono di acqua potabile sicura e 600 milioni soffrono ogni anno di malattie di origine alimentare, con i bambini sotto i 5 anni che subiscono il 30% dei decessi per cause alimentari. I fattori di stress climatico aumentano i rischi di malattie di origine idrica e alimentare. Nel 2020, 770 milioni di persone dovranno affrontare la fame, soprattutto in Africa e in Asia. Il cambiamento climatico influisce sulla disponibilità, sulla qualità e sulla diversità degli alimenti, aggravando le crisi alimentari e nutrizionali.

I cambiamenti di temperatura e di precipitazioni aumentano la diffusione delle malattie trasmesse da vettori. In assenza di azioni preventive, i decessi dovuti a tali malattie, attualmente oltre 700.000 all'anno, potrebbero aumentare. I cambiamenti climatici provocano sia problemi immediati di salute mentale, come ansia e stress post-traumatico, sia disturbi a lungo termine dovuti a fattori come lo spostamento e la rottura della coesione sociale."

Legano il "cambiamento climatico" a chiunque sia malnutrito, abbia parassiti intestinali o acqua potabile contaminata. Così come a chiunque muoia per il caldo, il freddo, gli incendi o le inondazioni. Persino ai disturbi della salute mentale.

Abbiamo già assistito alla prima "diagnosi di cambiamento climatico" al mondo. Con parametri così ampi, ne vedremo altre in poco tempo.

Così come un "decesso Covid" era chiunque morisse "per qualsiasi causa dopo essere risultato positivo al test Covid", si sta introducendo un linguaggio che può ridefinire quasi ogni malattia o incidente come un "problema di salute legato al cambiamento climatico".

Due giorni fa, il Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Inviato Speciale delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico e la Salute e il Presidente della COP28 sono stati coautori di un articolo di opinione per il Telegraph, intitolato:

"Il cambiamento climatico è una delle più grandi minacce per la nostra salute: se non agiamo, l'umanità rischia di pagare un tributo impressionante".

Il 28 ottobre il direttore dell'OMS, Ghebreyesus, ha ripetuto l'affermazione quasi parola per parola su Twitter: "La crisi climatica è una crisi sanitaria. L'inquinamento atmosferico e le temperature estreme stanno causando un aumento di malattie come diabete, cancro, malattie cardiovascolari e respiratorie. Le persone muoiono prematuramente e i più vulnerabili sono i più colpiti. Dobbiamo dare priorità alla guarigione del nostro pianeta e alla costruzione di sistemi sanitari resilienti per fornire assistenza a tutti, indipendentemente dal luogo in cui vivono. È fondamentale per il benessere delle generazioni future."

Allo stesso tempo, il Trattato sulle pandemie si sta facendo strada nel labirinto burocratico, ed è destinato a diventare legge nel corso del prossimo anno o giù di lì.

Considerate che l'OMS è l'unico organismo al mondo autorizzato a dichiarare una "pandemia".

Si consideri che il termine ufficiale non è "pandemia", ma piuttosto "emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale".

Si consideri che una "emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale" non significa necessariamente una malattia. Questa emergenza è, in inglese, Public Health Emergency of International Concern, in seguito PHEIC.

Potrebbe significare, e qui sto solo tirando a indovinare, oh, non lo so - forse... il "cambiamento climatico"?

Si consideri, infine, che una clausola del "Trattato sulle pandemie" proposto autorizzerebbe l'OMS a dichiarare una PHEIC in base al "principio di precauzione":

"Le future dichiarazioni di una PHEIC da parte del Direttore generale dell'OMS dovrebbero essere basate sul principio di precauzione, ove giustificato".

In sostanza, una volta che la nuova legislazione sarà in vigore, il piano si scriverà da solo e consisterà nel:

- mettere in atto nuove leggi che consentano "misure di emergenza" globali in caso di una futura "emergenza di salute pubblica".

- dichiarare il cambiamento climatico un'emergenza di salute pubblica, o forse una "potenziale emergenza di salute pubblica".

- attivare misure di emergenza - come lockdown per il clima - fino a quando il cambiamento climatico non sarà "risolto".

Vedete come finisce il gioco? È così semplice.

E non potremo lamentarci, perché la "negazione del clima" sarà illegale, e così sarà se gli attivisti climatici di spicco avranno spazio.

Per ora è solo un sussurro in sottofondo, ma diventerà più forte dopo la COP28, basta aspettare.

di Kit Knightly, pubblicato il 30 ottobre 2023 so OffGuardian e tradotto dalla Redazione di MILANOpiazzaFONTANA. Il link all'articolo originale è: https://off-guardian.org/2023/10/30/why-are-the-globalists-calling-climate-change-a-public-health-cr...